VALORIZZARSI COME PER “ENCANTO”

Scoprire le proprie potenzialità e farne buon uso

A volte chi ha  talento, un’abilità naturale, un’ inclinazione per qualcosa può sentirsi bloccato nelle aspettative che le persone ripongono nelle sue azioni, sempre alla ricerca del giudizio altrui e dell’apparenza. A volte il vero dono è non avere talento innato e scavare a fondo per far fiorire le proprie potenzialità attraverso la ricerca, la curiosità e l’osservazione del mondo. Encanto, ci insegna proprio questo.

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Encanto ( 2021)  è il 60° film Disney, premiato come miglior film di animazione ai Golden Globe 2022. La protagonista è Mirabel Madrigal, una ragazzina che con i suoi grandi occhiali (elemento da non sottovalutare, infatti in spagnolo “mira” significa “guarda”) riesce a far vedere ai suoi famigliari il loro vero valore. 

La trama è quella di una fiaba, i Madrigal sono una famiglia “magica” con talenti speciali. (Non parleremo della trama in questo articolo, qui potete leggerla in modo più approfondito. Da qui in avanti se non avete visto il film fate attenzione perchè ci sono spoiler. ) Talenti che  a volte intrappolano l’essere e invece di diventare una stella, guida, faro per chi li ha, finiscono per trasformarsi in una gabbia. 

Mirabel, che secondo la “casita” e  la nonna Alma non ha talenti magici, è apparentemente “normale”,  riesce tuttavia a valorizzare i talenti delle sorelle e  ( attenzione spoiler) a ricostruire la famiglia che, pensando troppo all’apparenza e al bene per sè, si stava sgretolando allontanando, a causa di una visione sbagliata dei suoi “poteri”, addirittura il povero Bruno  ( Non si nomina bruno vi entrerà in testa per i suoi ritmi e tonalità) 

Encanto è dunque un film che consiglio di vedere a tutti quei giovani che cercano la rosa –  o il cactus per stare in tema film –  da far sbocciare in se, a tutti quei giovani che hanno il loro locus of control esterno e non interno, a tutti coloro che pensano troppo al giudizio degli altri e non vivono il “qui ed ora”, cosa che invece la nostra piccola, ma forte e determinata protagonista, sa fare. 

Mirabel, come un facilitatore, con domande e dialoghi “difficili”, porta le sorelle a fermarsi per guardare nel proprio animo. Porta lo zio Bruno a ri-credere in se stesso, in una sorta di ri-nascita e la nonna a pensare all’ascolto e alla collaborazione invece di essere l’unica che dirige l’orchestra, come si apprende dalla prima canzone ( titolo: Los Madrigales) : 

“E come gli astri delle costellazioni
Ognuno brilla di una luce unica

Woah, è solo Abuela che però
Woah, dirige egregiamente questo show”

Molti passaggi chiave per sviluppare se stessi sono infatti ben spiegati dalle canzoni ( che se le ascoltate un paio di volte poi le continuerete a canticchiare come motivetto durante tutta la giornata, infatti anche la colonna sonora del film era candidata ai Golden Globe). 

Sempre nella prima canzone in apertura del film abbiamo la presentazione di tutti i personaggi con i loro relativi talenti, doni che la nonna alma definisce “meritati” e che con le sue dolci parole fa capire il peso che le giovani che hanno i talenti, ma anche chi non lo ha (Mirabel), possono percepire. Peso da un lato perchè se non ho il dono non l’ho meritato, e peso dall’altro che ho il dono e devo fare tutto il possibile di fronte agli altri ( apparenza!) per tenerlo stretto… e questo è un caos per il nostro essere e per noi stessi!

“[…] Abbiamo a cuore la nostra gente
Qui tutto prospera continuamente
Il dono dato va meritato
Impegno e dedizione lo hanno salvaguardato
Avrà la protezione di ogni nuovo arrivato […]”

La canzone seguente (titolo: Un miracolo)  ci fa comprendere lo stato di repressione di Mirabel, che non può arrabbiarsi, ma si chiede come mai non abbia talenti visibili e apprezzati dalla sua famiglia. 

“Non arrabbiarti nemmeno un po’
Non rattristarti, non lo farò
La mia famiglia è questa, io lo so
Mentre splende l’ammiro da qua
Io sto bene, che c’è che non va?
La mia vita non mi va…

Io non sposto i monti
Non creo petali purtroppo […]”

Fortunatamente qualche battuta più avanti Mirabel si sentirà dire da sua mamma che ” lei non deve dimostrare nulla” ( ottimo insegnamento). 

Per scoprire la nostra virtù è utile andare alla ricerca del nostro passato, ad ascoltarci nel profondo e a vederci con gli occhi di quando eravamo bambini, con i nostri occhi, puri e senza giudizio esterno. 

Mirabel riuscirà a far comprendere a Luisa, la sorella potente, che è il momento di rallentare. Che usare il proprio talento per un giudizio positivo degli altri, senza mai avere il coraggio di dire ” ora non posso” genera stress.  Luisa infatti sposta sassi e cattedrali con disinvoltura, senza far pesare i lavori che tutto il villaggio ogni giorno le chiede di fare, ma questa forza è solo apparente, perchè Luisa non è contenta, è intrappolata nel suo talento, nelle aspettative che le persone hanno verso di lei.  ( Canzone: la pressione sale

[…] Dietro il mio aspetto
C’è un prezzo che mi è imposto, il talento mi ha costretto
Si ode un crac, rumore che fa
La schiena che si spezza, non ce la farà

E sale la pressione e non conosce stop, woah
Sta pesando sempre più, sto per fare pop, woah […]

“[…]Ehi, ma si calmerà, se scenderà
Il peso delle aspettative su di me
Io vorrei davvero sentirmi in pace
Ma sento invece il peso enorme
Di pressione, tensione Preoccupazione […]

E’ proprio grazie alla conversazione che ha con Mirabel che fa emergere questa debolezza, questa ansia che Luisa non vuole inizialmente accogliere e accettare. Nelle immagini successive si vedrà Luisa  positivamente scossa, con una debolezza che la renderà più forte e in equilibrio verso se stessa e gli altri. 

Succederà così anche a Isabela, la sorella graziosa di Mirabel, che durante una conversazione nella sua stanza piena di rose fiorite dice a Mirabel che non è contenta, che è pesante lei essere perfetta, perchè tutti la vedono sempre così e che questa pretesa di perfezione le impone anche di sposare un uomo che non ama. Così Isabela, che finalmente si è tolta “il masso dallo stomaco” riesce a creare un cactus pungente, non più solo petali morbidi di rose profumate dunque. ( Canzone: Cos’altro farò

” […] E se seguissi il mio cuore non temendo alcun errore?
Vorrei non fosse necessario fare tutto perfetto
Avrei modo così di esprimermi

Potrei creare jacarandas
O un fico che strangola (Cos’è? Ecco qua!)
Palma de cera è una vera sfida, dove arriverò?
Cos’altro farò? […]

Isabela così, grazie a Mirabel, scopre che può creare altro, che può andare contro corrente e che “La vita è meravigliosa quando tu te ne riappropri (Se ci provi lo scopri)” . 

Encanto fa scoprire così attraverso a Mirabel che il mondo cambia, che è la sua bellezza, che a volte ci si allontana dalla propria famiglia, dal proprio sè,  “ma è proprio questo che fa crescere e dopo ci si ritroverà ” più forti, più uniti. Encanto ci fa comprendere che i talenti, se si hanno, vanno usati non per farsi “vedere” o perchè gli altri si aspettano qualcosa da noi. I talenti vanno uniti: chi ha talento può e deve condividerlo nella collaborazione con chi ha altri talenti, così ci sarà una crescita reale per tutti e un cambiamento consapevole. 

[…] Che il miracolo non è potere in più per me
Ma siete tutti voi, la famiglia e poi
L’amore fra di noi […]

I talenti possono trasformarsi, possono cambiare, e anche chi è apparentemente “normale” ha un talento, che magari non conosce ancora e che la ricerca delle proprie origini, la curiosità per il ” domani ” e per il cambiamento, lo faranno sbocciare, rosa o cactus che sia.